La magia dell’ipnosi regressiva

Alcuni psicoterapeuti sfruttano il potere dell’ipnosi regressiva per poter riportare a galla ricordi rimossi di eventi considerati traumatici e in grado di influenzare negativamente la vita di un soggetto.Occorre premettere che si tratta di un metodo non accettato dalla medicina, in quanto non sottostante alle verifiche sperimentali del metodo scientifico: ciò non significa, tuttavia, che non sia una pratica efficace. Si chiama regressiva proprio perché in grado di far sì che il soggetto ricordi le esperienze rimosse dalla coscienza, stando in uno stato di trance suscitato dall’ipnosi. Tramite una serie di suggestioni, il paziente viene portato dal terapista a uno stato di dormiveglia al quale seguirà la vera e propria regressione. L’ipnosi regressiva consente (http://www.scuoladiipnosi.net), essenzialmente, di richiamare ricordi, abitudini o comportamenti di un periodo della propria vita fino all’infanzia. Tramite la pratica dell’ipnosi regressiva moltissimi pazienti hanno trovato giovamento nella propria vita, grazie alla scomparsa di dolori, malattie croniche o, quantomeno, dei loro sintomi. Alcuni terapisti credono, invece, di poter richiamare alla mente del paziente ricordi di vite precedenti, nell’ottica di una reincarnazione dell’anima, una resurrezione di tipo spirituale.

Mentre la comunità scientifica ufficiale reputa tali ricordi semplici oggetti dell’immaginazione, di parere opposto sono coloro che praticano tale tipologia di ipnosi (Raymond Moody, Angelo Bona, Ian Stevenson): i praticanti di questa disciplina dichiarano di aver notato l’emergere di contenuti appartenenti a vite passate in alcune delle terapie. In tal senso, anche questi ricordi possono comportare un giovamento generale della qualità della propria vita e una maggiore consapevolezza di sé.